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Proloco Atripalda

Dogana dei Grani

Dogana dei Grani

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Il Museo Palazzo, ex Dogana dei Grani, realizzata nel 1883 in occasione della ristrutturazione del Largo Mercato attuale piazza Umberto I, ha segnato, nella storia di Atripalda, lo spostamento del centro direzionale della città sulla sponda sinistra del fiume Sabato. L’edificio sostituì la vecchia dogana che sorgeva nell’attuale centro storico in continuità con il ruolo cardine della città per lo smercio dei grani provenienti dalla Puglia e diretti verso il capoluogo partenopeo.

Atripalda, infatti, fu uno dei mercati più importanti del Regno di Napoli prima e del Regno delle Due Sicilie dopo. Con il passar degli anni, la cittadina sul fiume Sabato rafforzò la sua vocazione commerciale che non riguardava soltanto la vendita del grano e la sua sfarinatura nei mulini posti lungo il fiume, ma anche la lavorazione della carta, del rame, del ferro, dell’acciaio e della lana.

 

Nel 1900, con l’assassinio del Re Umberto I ad opera di un anarchico, la Società Operaia di Atripalda e l’Amministrazione comunale decisero di apporre sulla facciata della Dogana, il mezzobusto del re e un’epigrafe a lui dedicata. Fu da allora che la denominazione di Largo Mercato fu sostituita con quella di Piazza Umberto I.
Oggi l’edificio, costituito da un’ampia sala a padiglione e sorretto da una struttura lignea che termina con un tetto piramidale, è diventato contenitore delle più varie funzioni: al suo interno si svolgono convegni, concerti ed esposizioni temporanee. Oltre ad ospitare gli uffici delle Sovrintendenze è stato creato al piano terra un piccolo museo, definito Antiquarium, che ospita i reperti provenienti dal sito archeologico di Abellinum e dalla necropoli di Capo la Torre.

 

CURIOSITÀ
Il toponimo Largo Mercato sta ad indicare che nei secoli, ovvero nell’attuale piazza Umberto I, si svolse sempre il mercato settimanale del giovedì; nel medioevo, come si rileva da un documento del 1272 di re Carlo d’Angiò, ad Atripalda si svolgeva un grande mercato che aveva lo scopo di regolamentare soprattutto i debiti e i crediti tra contadini e mercanti. Accanto ai mercati, vi erano poi le fiere, distribuite in più luoghi della città, anch’esse quale luogo di scambio, coincidenti in genere, con le feste religiose; vi era quella di S. Marco, di S. Maria delle Grazie, di S. Lorenzo, di S. Sabino e di S. Martino.

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