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Proloco Atripalda

Chiesa S. Ippolisto

Chiesa S. Ippolisto

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La chiesa deve la sua origine in età longobarda e fu rimaneggiata in epoca normanna arricchendola con elementi in stile romanico. La Chiesa come si presenta oggi, è di impianto cinquecentesco, preceduta da un’ampia scalinata in pietra, ha conservato la facciata in stile romanico, in pietra nella parte inferiore e in tufo piperno nero in quella superiore.

Il portale d’accesso in bronzo, commissionato da S.E. Luigi Barbarito già Nunzio apostolico e realizzato dall’artista Melillo è inquadrato in mezzo a quattro lesene appena rilevate sul resto della facciata. Le due porte laterali, commissionate da Enzo Angiuoni e realizzate dall’artista Moschella, evidenziano le glorie dell’Eucaristia e di S. Antonio da Padova.

L’interno ha una pianta a croce latina a tre navate, alle spalle dell’altare maggiore si osserva la tela del “Martirio di S. Ippolisto”, opera del pittore napoletano Niccolò La Volpe del (1782) e a destra un antico tabernacolo del 1538. Nella cappella del SS. Sacramento, posta sul lato destro dell’altare maggiore, è visibile un tabernacolo marmoreo del XVI secolo ( 1537 – 1539). Nel 1852 la chiesa fu dotata di un nuovo e maestoso organo ordinato all’organista napoletano Vincenzo Petrucci.

Con il terremoto del 1980 la chiesa subì gravissimi danni: crollo totale del transetto, crollo del catino absidale, del pilastro a destra del transetto con le quattro volte che su di esso poggiavano e il distacco della parte alta della facciata settecentesca. Dissesti su tutti gli archi e notevoli danni anche al campanile. Lenta e faticosa è stata l’opera di ricostruzione e di restauro con soluzioni estrose che hanno stravolto l’armonia architettonica e lo stile della chiesa.

L’idea principale dell’architetto che ha seguito i lavori, Dalisi, era quella di ricostituire l’unità spaziale perduta, puntando ad una chiara percettibilità da parte di chi osserva attraverso l’utilizzo di una struttura metallica leggera e antisismica, di nervometal e di nuovi altri elementi e colori finalizzati a dare profondità e luce. Questi nuovi materiali e per di più l’utilizzo di colori freddi poco si sposano con l’architettura classica della cattedrale ma danno un effetto di profondo contrasto, creando in colui che osserva un giudizio alquanto negativo.

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