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Proloco Atripalda

Chiesa e Convento di S. Giovanni Battista

Chiesa e Convento di S. Giovanni Battista

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Il convento di S. Giovanni Battista e l’annessa chiesa sono situati sull’omonima collina e si affacciano su piazza Umberto I. La costruzione fu iniziata nel 1589 su iniziativa dell’Università di Atripalda e con il contributo della famiglia Caracciolo.

Gran parte del complesso poggia su fondamenta di epoca romana, forse sulle rovine di un tempio pagano. Dal 1670, per decisione papale, il convento venne assegnato ai Frati Minori Scalzi, la cui devozione per S. Pasquale finì per dare il nuovo nome. Dopo i terremoti del ‘600, furono posti alcuni contrafforti sulla facciata sia del convento che della chiesa. Tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, furono innalzati dei piani fino a formare un quadrilatero con all’interno un chiostro con giardino e nel 1700 la chiesa fu completamente rinnovata nelle forme ora riconosciute.

 

Cappelle della Via Crucis
Le cinque Cappelle della via Crucis, denominate anche cappelle maiolicate per le decorazioni in ceramica realizzate con la tecnica del mosaico che ne decoravano l’interno (oggi non più presenti a causa dei danni riportati dall’evento sismico degli anni ’80), furono costruite nel 1821, da un committente sconosciuto, probabilmente per pie confraternite, oppure per pietà popolare in ricordo di un fatto miracoloso o degli infausti avvenimenti dei moti rivoluzionari del luglio 1820 che videro l’Irpinia al centro del ciclone, o ancora per allontanare maligne presenze o tristi memorie.

Ubicate sul dosso tufaceo che si affaccia su piazza Umberto I, sulla destra del convento di S. Giovanni Battista, detto di S. Pasquale, risalente al 1585, le Cappelle erano circondate su tre lati da un piccolo giardino coltivato a roseto, custodito e curato da una pia devota sino agli anni ’50. All’interno le formelle in ceramica raffiguravano la Passione di Cristo; le formelle lucide all’esterno, invece, conferivano maggiore unità al prospetto in stile neoclassico staccando l’uniformità del colore marrone con cornici in bianco intercalate con sopracornici in verde che ornavano gli archi.

La presenza della via Crucis sul piccolo colle rappresentava nella fantasia popolare una specie di piccolo Golgota, per cui nacque la consuetudine di celebrarvi ogni Venerdì Santo la Passione di Cristo. Infatti, tutti gli anni, una devota famiglia atripaldese, tramandando da padre in figlio, imita umilmente, la Crocefissione del Redentore sul collina di S. Pasquale.

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